Chi lo avrebbe mai detto, i trulli a Brescia: la Puglia reclama!

Una straordinaria scoperta: i trulli a Brescia. Simbolo di terra pugliese, com’è possibile tale analogia?

Brescia, città intrisa d’arte e cultura. Valorizzata da alcuni elementi che la rendono unica: cucina – per esempio casoncelli, manzo all’olio, polenta taragna, risotto ai virzulì – storia e i suoi straordinari monumenti. Caratteristica Piazza della Loggia, oltre che tristemente nota per la strage di matrice neofascista del 1974.

Brescia e trulli
Chi lo avrebbe mai detto, i trulli a Brescia: la Puglia reclama! – festivalabibook.it

Si aggiunga un altro piccolo (ma stupefacente) dettaglio che la descrive: i trulli. Un segno distintivo, alquanto inusuale perché questi rappresentano la Puglia – trattasi di costruzioni in pietra la cui loro peculiarità sono i tetti a forma di cono. Non si potrebbe parlare di ‘gemellaggio’ eppure risulta impressionante la somiglianza.

Naturalmente Alberobello rivendica il proprio simbolo. Tuttavia lascia perplessi: tale affinità risulta alquanto bizzarra. In realtà il trullo a Brescia esiste, ma non è come lo si intende abitualmente. Infatti lo ricorda e, quando ci si trova dinanzi, naturale la reazione di stupore che potrebbe innescarsi. Chi lo avrebbe mai detto.

I trulli a Brescia? Sì, ma attenzione: c’è una differenza

Nessuno lo avrebbe mai creduto possibile, un pezzo di Puglia al Nord. Una ‘chicca’ ignota a molti, forse persino ai residenti. Magari non sempre si alza lo sguardo verso il cielo quindi diviene facile perdersi alcune preziose realtà. Non a caso, il trullo è lì, ubicato in quella posizione da lungo tempo. Che magnifica presenza!

Tetto Chiesa di San Faustino in Riposo
I trulli a Brescia? Sì, ma attenzione: c’è una differenza (Credits: sito visitbrescia.it) – festivalabibook.it

La Chiesa di San Faustino in Riposo, anche definito ‘il trullo di Brescia’. Diverse denominazioni con la quale è conosciuta – per esempio, anche Chiesa di Santa Rita – cela una storia di grande fascino. Eretta tra il XII e XIII secolo sopra una precedente cappella, costituisce un gioiellino di architettura medievale.

La sua forma conica attira subito lo sguardo – motivo per il quale è stato accostato ai trulli pugliesi. Infatti il tetto è a tronco di cono dentellato in cotto sopra cui si rinviene una cella campanaria con quattro piccole bifore rivestita da un pinnacolo. Il richiamo è a dir poco spontaneo. La mente viaggia in direzione Sud.

Un’altra storia accompagna questa chiesetta, oggi adibita a cappella: il nome. All’epoca sorse sulle ceneri di un luogo che, secondo la tradizione, si sosteneva rappresentasse il punto di sosta delle salme di Faustino e Giovita, Santi Patroni di Brescia, nel tragitto dalla Chiesa di Sant’Angela Merici a San Faustino Maggiore.

Ma non si tratta solo di ‘riposo’ delle salme: dietro si cela il prosieguo della leggenda che racconta il processo mistico delle spoglie. Riversavano sangue convincendo il Duca Namo di Baviera alla conversione. In seguito donò la reliquia di Vera Croce all’abate di San Faustino. La bellezza a pochi passi dal centro.

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